Andrea Collini: dichiarazione sull’ODG sul crocifisso

4 12 2009

Penso che ciò che manchi oggi in politica sia la coerenza.

 Coerenza di fare ciò che si dice. Di dire ciò che si pensa. E di agire in conseguenza a ciò che dice e si pensa.

 Oggi potrei, ma non lo farò, parlare della coerenza religiosa della singola persona, di come i nostri politici, i nostri educatori, noi stessi, ci dichiariamo uomini di fede, ma agiamo in maniera tutt altro che coerente con i precetti di tale fede.

 Voglio invece parlare di coerenza dei grandi gruppi politici. 

In questi giorni sta dilagando un isterismo pro-crocifisso che non solo si avvicina pericolosamente, sfiorandolo, all’estremismo, ma che è un esempio lampante di ipocrisia. 

Sono molti i Comune che in questi giorni stanno attuando iniziative a favore della presenza del crocifisso: si va dalle emissioni di ordinanze che obbligano l’esposizione di crocifissi in tutti i locali pubblici, pena una multa salata, all’acquisto in massa di centinaia e centinaia di crocifissi, alle bandiere europee tenute a mezz’asta, fino alle ronde dei vigili urbani nelle case di stranieri per eseguire un “censimento” della fede degli occupanti.

 Il partito più attivo, su questo fronte, è sicuramente la Lega. Ieri il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Roberto Castelli, ha proposto l’inserimento della croce nella bandiera italiana. Strano partito la Lega Nord. Prima dichiara, cito testualmente, “che con la bandiera italiana ci si puliscono il culo”, poi vogliono aggiungere una croce a tale bandiera. Prima inneggia a crociate pro-crocifisso, a difesa della essenziali radici cristiane dell’Italia, e poi ogni anno esegue un rituale particolare: innalza un’ampolla del Dio Po, secondo un rito pagano di ere leggendarie. Già, partito veramente strano la Lega. Ogni giorno espone slogan appesi alle finestre delle sedi di partito e i suoi consiglieri regionali, come è successo in Trentino, appendono di propria iniziativa crocifissi in Sala Consigliare interrompendo la seduta. Poi, pensandoci, ci torna in mente che il suo maggior esponente, il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, si è sposato con rito celtico facendo arrivare direttamente dall’Irlanda a tale scopo un druido. Il rituale si è svolto con tanto di battesimo nell’acqua del Po’, inno ad Odino e simboli pagani ovunque. Dato il contesto è proprio il caso di dire: “Da che pulpito…”.

 Non è solo la Lega però a partecipare a questo assalto alla Corte di Strasburgo. Il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, PDL, ospite a “La vita in diretta” su Rai Uno, ha augurato la morte a chi vorrebbe togliere il crocifisso dalle aule. Citando sempre testualmente: “Comunque non lo leveremo il crocefisso! Possono morire! Il crocefisso resterà in tutte le aule della scuola, in tutte le aule pubbliche! Possono morire! Possono morire! Loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla!”. Mancanza di coerenza, si diceva. Sottolineando l’augurio denso di pietà cristiana del ministro non possiamo fare a meno di notare quanto sia indegno di un paese europeo che un ministro faccia affermazioni del genere.

 Ma il nostro Ministro della Difesa non è l’unico a fare dichiarazioni che oltre che fuori luogo sono assolutamente senza senso. Giusto per citarne un paio, ha la compagnia di Vittorio Feltri, che accusa i giudici di Strasburgo, di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”. Forse non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo. Ha la compagnia anche del Ministro Maria Stella Gelmini, che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”. Ministri Gelmini, la racconti giusta: la Costituzione non dice nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”, eredità del periodo fascista. E se si vuole citare la Costituzione, si citi gli articolo giusti, ovvero il 7 e l’8, ove si legge che l’Italia è una paese Laico e tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

 Questo è quanto accade ai vertici politici. Ma a livello individuale l’attivismo cristiano non solo sfiora l’estremismo religioso: lo raggiunge pienamente. Tre croci, accompagnate dalla scritta «Cristo», sono state dipinte sulla recinzione della casa della famiglia facente ricorso alla Corte di Strasburgo. Crocifissi sono stati appesi sulla porta della sede Unione Atei e Agnostici Razionali di Treviso, insieme alla scritta: «la vostra ragione non cancellerà la nostra tradizione». Lotta Studentesca (movimento vicino a Forza Nuova), con un atto di forza ha appeso centinaia di crocifissi in alcune scuole di Roma. Alcuni militante dello stesso movimento hanno fatto irruzione nella sede del Partito Radicale a Roma, facendo scoppiare una bomba carta, lanciando volantini e affiggendo crocifissi. Massimo Bitonci, onorevole della Lega nonché sindaco di Cittadella (PD), ha affisso per la città manifesti con la scritta ‘Wanted’ raffiguranti le facce della famiglia che ha fatto il ricorso e ha inviato ripetuti appelli al Sindaco di Abano, paese di residenza della stessa famiglia, affinché revochi loro la residenza.

 Dov’è finita la tolleranza cristiana? Non sono questi sintomi di un estremismo cristiano dilagante? Perché le gerarchie ecclesiastiche, le prime che dovrebbero accusare tali episodi, mantengono un tale silenzio assordante? Quanti di voi sapevano di tali episodi? Se tali effimere azioni avessero avuto una firma diversa, ora si parlerebbe di terrorismo sovversivo, colpo di stato, rivoluzione. Ora, invece, silenzio.

 Ecco qual è la situazione ora in Italia. Odio, rabbia e violenza, per un mero simbolo. Se tali e tante energie fossero state spese in maniera migliore, ad esempio secondo i dettami biblici, ovvero sostenendo economicamente i poveri, aiutando a migliorare la vita di malati e disabili, accogliendo lo straniero ed il diverso, ci saremmo sentiti tutti un po’ più cristiani. E invece no, continueremo ad avere bombe, urli, e intimidazioni che nulla hanno a che fare con Gesù, con i valori cristiani, e con lo spirito umano.


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