Calamandrei, 1950: una profezia agghiacciante sulla scuola pubblica

28 09 2008

“Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell’articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia. Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo.La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre:
– che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre.
– che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione.

Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c’erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l’espressione, “più ottime” le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione. Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.

Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
– rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
– attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
– dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!
Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. » la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito […].

Per prevedere questo pericolo, non ci voleva molta furberia. Durante la Costituente, a prevenirlo nell’art. 33 della Costituzione fu messa questa disposizione: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza onere per lo Stato”. Come sapete questa formula nacque da un compromesso; e come tutte le formule nate da compromessi, offre il destro, oggi, ad interpretazioni sofistiche […]. Ma poi c’è un’altra questione che è venuta fuori, che dovrebbe permettere di raggirare la legge. Si tratta di ciò che noi giuristi chiamiamo la “frode alla legge”, che è quel quid che i clienti chiedono ai causidici di pochi scrupoli, ai quali il cliente si rivolge per sapere come può violare la legge figurando di osservarla […]. E venuta cos” fuori l’idea dell’assegno familiare, dell’assegno familiare scolastico.

Il ministro dell’Istruzione al Congresso Internazionale degli Istituti Familiari, disse: la scuola privata deve servire a “stimolare” al massimo le spese non statali per l’insegnamento, ma non bisogna escludere che anche lo Stato dia sussidi alle scuole private. Però aggiunse: pensate, se un padre vuol mandare il suo figliolo alla scuola privata, bisogna che paghi tasse. E questo padre è un cittadino che ha già pagato come contribuente la sua tassa per partecipare alla spesa che lo Stato eroga per le scuole pubbliche. Dunque questo povero padre deve pagare due volte la tassa. Allora a questo benemerito cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, per sollevarlo da questo doppio onere, si dà un assegno familiare. Chi vuol mandare un suo figlio alla scuola privata, si rivolge quindi allo Stato ed ha un sussidio, un assegno […].
Il mandare il proprio figlio alla scuola privata è un diritto, lo dice la Costituzione, ma è un diritto il farselo pagare? » un diritto che uno, se vuole, lo esercita, ma a proprie spese. Il cittadino che vuole mandare il figlio alla scuola privata, se la paghi, se no lo mandi alla scuola pubblica.

Per portare un paragone, nel campo della giustizia si potrebbe fare un discorso simile. Voi sapete come per ottenere giustizia ci sono i giudici pubblici; peraltro i cittadini, hanno diritto di fare decidere le loro controversie anche dagli arbitri. Ma l’arbitrato costa caro, spesso costa centinaia di migliaia di lire. Eppure non è mai venuto in mente a un cittadino, che preferisca ai giudici pubblici l’arbitrato, di rivolgersi allo Stato per chiedergli un sussidio allo scopo di pagarsi gli arbitri! […]. Dunque questo giuoco degli assegni familiari sarebbe, se fosse adottato, una specie di incitamento pagato a disertare le scuole dello Stato e quindi un modo indiretto di favorire certe scuole, un premio per chi manda i figli in certe scuole private dove si fabbricano non i cittadini e neanche i credenti in una certa religione, che può essere cosa rispettabile, ma si fabbricano gli elettori di un certo partito“.

Piero Calamandrei, 1950


Azioni

Information

38 responses

29 09 2008
Vittorio

Sorprendente! Pur conoscendo molti interventi di Calamandrei non avevo mai letto questo. Con qualche MINIMO aggiustamento è quello che sta succedendo oggi. Siamo molto avanti nel disastro provocato ma non dobbiamo perderci d’animo: possiamo ancora tentare la difesa della scuola pubblica attraverso la qualità dell’offerta e, soprattutto, esigendo che le risorse a lei destinate non vengano ulteriormente ridotte ma implementate.

9 10 2008
Enoela » Blog Archive

[…] Calamandrei, 1950 (testo trascritto da rifondazionebuccinasco tags: sfascio […]

19 10 2008
triskeles

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima esclusiva la lettera aperta che il Ministro della Pubblica Distruzione invierà a tutti i bambini italiani in età scolastica.

Lettera aperta del ministro Gelmini

22 10 2008
dreamer

la cosa è veramente agghiacciante…ragazzi,stiamo tornando a prima del ’68…senza parole,sul serio…cioè,diamoci una smossa cacchio!!!

26 10 2008
bustio

Profezia inquietante……….

28 10 2008
Martina

Quanto è vergognoso il fatto che si stia tornando solo indietro? Che quello che sembrava essere solo un brutto ricordo rischi di tornare realtà? E la colpa non è mai solo del governo, ma di chi non vuole credere, sentire, perchè è molto più facile farsi imbonire piuttosto che sforzarsi di pensare. Svegliamoci tutti quanti per fare in modo che l’Italia non vada davvero allo sfascio!

28 10 2008
magda fantini

Perchè la Scuola, comunque è stata fatta procedere come i gamberi?

29 10 2008
Donnalombarda

Questo testo è stato letto dagli studenti medi di Torino, nelle assemblee aperte ai genitori e ai docenti, dette “notti bianche”.

4 11 2008
lucia

graie per il vostro impegno andate avanti

11 11 2008
elena

Sono la mamma di un bambino di cinque ani.
Non sono d’accordo con questa legge.
IL Presidente dove sta non vede questa legge che fa male a tutti noi,mamme,maestre,bidele,bambini.

14 11 2008
monica mascolo

oggi si fa un gran parlare di scuola contrapponendo quella pubblica a quella privata sostenendo che c’è un intento di screditare la prima per favorire la seconda.il mio pensiero va invece in un’altra direzione; la scuola ha comunque un ruolo importante nella vita dei ragazzi,li aiuta a crescere, dà loro la capacità di giudicare il mondo che li circonda e se stessi,è il luogo dove si fanno amicizie e ci si scontra, si trovano i modelli di riferimento per il proprio modo di pensare e di agire,ci si scontra con i propri limiti per riuscire a superarli,si imparano dei metodi di approccio ai problemi per risolverli,si capisce ciò che piace e ciò che non piace per costruire seguendo le proprie inclinazioni personali.la scuola ha questo compito
delicato e importante teniamolo sempre presente e lavoriamo perchè tutto questo si realizzi come insegnanti,alunni o genitori.

29 11 2008
Gero

Piero Calamandrei. Un giurista di formazione azionista. Un membro della Costituente che partorì la Costituzione più avanzata del mondo occidentale. Se non ricordo male, fu uno dei saggi che lavorò alla stesura dell’art. 3 Cost. Se si legge bene quell’articolo, pare che sia fatto apposta per rendere possibile l’evoluzione del Paese verso il socialismo. Ha una bella portata programmatica. Beh, dato che Calamandrei era un liberalsocialista è già tanto… Ps: mi sa che avevano ragione loro!!

1 03 2011
graziella Margheritis

grazie di avermi fatto ritrovare questo articolo. Spesso la mobilitazione in difesa della scuola pubblica appare più come una difesa del posto di lavoro per i docenti, fatto sacrosanto, ma cherischia di far passare in secondo piano inveceil valore fondamentale della scuola pubblica: luogo di incontro di persone diverse, vincolate solo dal rispetto dei valori fondamentai della nostra costituzione, non asservita a partiti o chiese

3 03 2011
maria

Avrei voluto sentire dal Sig. Presidente Berlusconi un discorso simile, purtroppo non è stato così.Mi sono formata nella scuola pubblica e
scelta per l’istruzione e crescita culturale dei miei figli. Difendiamola!

5 03 2011
13 03 2011
Formula Chimica

Ritorno ora dalla manifestazione di Roma, a Piazza del Popolo, dove hanno letto la lettera di Calmandrei. Ora tanti cittadini si meravigliano, rimangono costernati, dalle dichiarazioni di Silvio Berlusconi. Una parte considerevole di questi hanno poca memoria! Da quanto tempo i genitori di destra ed ex democristiani si battono perché siano dati finanziamenti alla scuola privata? A noi genitori democratici e di sinistra nei Consigli Distrettuali Scolastici, sin dalla loro nascita, fecero diventare il “sangue amaro”. Ogni nostra lotta fu vana. Tutto passò dal Parlamento. Su questo triste capitolo siamo sempre stati battuti. Hanno fatto passare i finanziamenti alle scuole private, anche se parificate, come sostegno alle famiglie. Non si scandalizzino quindi le famiglie democristiane, i docenti di destra, i genitori di destra. La colpa iniziale è la loro. Per biechi tornaconti elettorali allora assunsero posizioni che ora sono accentuate oltre misura da questo Governo. Io ho sessantonove anni e i genitori matusalemme come me non possono avere dimenticato le battaglie su quest’argomento. I genitori cattolici e conservatori guardino bene dentro la loro coscienza. Non è più tempo di sordi e di muti di convenienza. Chi ha orecchie ascolti e chi ha voce parli, strilli tutto il suo disappunto. Mi chiedo con quale faccia gli ex democristiani confluiti nel PD possano ora protestare!

4 04 2011
fabrizio

I motivi per cui la scuola privata viene favorita sono tanti ma uno in particolare viene utilizzato come scusa perfetta: una maggiore selettività e preparazione.
La persona qui sopra che si definisce “democratica e di sinistra” non si è accorta che buona parte delle colpe sono delle persone che come lei pensano di essere totalmente nel giusto scaricano ogni responsabilità sulla parte avversa. Io ho qualche anno di meno ed ho vissuto il periodo del sei politico, dell’appiattimento, dell’antimeritocrazia , del “siamo tutti uguali”.
Molti professori di oggi sono i figli di questa logica, noi siamo figli di questa logica. Per motivi di lavoro ho a che fare con l’università e la scuola superiore. Nel mio settore (chimica) trovo soltanto una ignoranza mostruosa. Professori che non solo non sanno ma che non hanno nessuna intenzione di voler sapere. Peggio ancora quando pensano di sapere e non sanno. Il problema è che non c’è una selezione vera. Chi ha il posto fisso , nel senso che ha una cattedra, è ancora peggio , tanto sa che nessuno lo smuoverà di li. Ho incontrato professori di informatica che non sapevano usare windows e professori di chimica che non sapevano una parola di inglese. Chi sa viene annichilito, appiattito. Qualcuno ha detto : e se facessimo delle verifiche? scherziamo? I sindacati si sono subito ribellati. E qui tra destra e sinistra non c’è distinzione. Tutti si sono schierati contro.
E questo almeno per la scuola superiore. Ma L’università non è da meno. Tutti i giorni vediamo persone costrette a “migrare” all’estero per poter esprimere al meglio la loro conoscenza perchè qui ,per loro, non c’è futuro .
Se non c’è meritocrazia, se non c’è competizione (sana) non c’è crescita.
Ora è ovvio che le persone di destra, i cattolici trovano terreno fertile in tutto questo. Senza volerlo la benzina da gettare sul fuoco gliela passano proprio quelli che osteggiano la scuola privata.
Se vogliamo salvare la scuola pubblica dobbiamo introdurre concetti “privatistici”. Non è una questione solo di mezzi e di soldi che indubbiamente servono. E’ una questione di principio: il merito.
Da qualche parte dovremo pur cominciare.
Io partirei da qui.

4 04 2011
Formula Chimica

Ho letto attentamente la lettera di Fabrizio e, per una mia carenza interpretativa, non l’ho capita. Se il Fabrizio mi aiuta a capire… Che cosa centra la dequalificazione di tutta la Scuola Pubblica, di ogni ordine e grado, compresa l’Università, con i finanziamenti alla Scuola Privata non contemplati dalla nostra Costituzione? Condivido i pareri del signor Fabrizio su dei nuovi parametri da istituire per l’assunzione dei docenti. A nessuno è mai venuto in mente che, a cominciare dalle scuole elementari, per non parlare della scuola d’infanzia, i nostri figli (ora i miei nipoti) hanno fatto le cavie a disposizione di fuoriusciti dagli Istituti Magistrali senza alcuna pratica di insegnamento. E questo vale per tutti i vari ordini e livelli scolastici. Quanta pedagogia ha studiato un insegnante di scuola media? Quanta esperienza di rapporti umani ha un neo laureato in Matematica, in Chimica e per tutte le altre specializzazioni? Questo carenza di preparazione, soprattutto educativa è congentita anche nella scuola privata. Con l’aggravante che agli insegnanti delle scuole confessionali viene chiesto: per prima cosa il loro orientamento spirituale e poi il grado di preparazione della materia che dovrà insegnare. S’è mai visto uno scienziato dichiaratamente ateo, laureato in Chimica che viene assunto da una scuola privata confessionale? Vede signor Fabrizio, io mi dichiaro democratico e di sinistra (e lo sono) e non sottacio le carenze della Scuola Pubblica. Non ho capito, sempre per colpa mia, quello che si intende per concetti “privatistici”. Lei pensa che nel privato siano impiegati solo professori usciti da scuole private o che la selezione del corpo insegnante sia migliore? Se per caso si affermasse questo, significherebbe non conoscere affatto il “mercato” scolastico e le carenze strutturali della Scuola Pubblica. Esiste anche nella scuola privata “il mercato delle vacche”, questa è la mia convinzione.

12 10 2011
Yumoto odawara

E’ come se Calamandrei avesse parlato ” in trance ” avendo davanti agli occhi , in una visione, un giornale di ” Repubblica ” del 2011 sul quale leggeva quanto stava ” profetizzando ” .

7 11 2011
Jah Di Liberto

chi non conosce la storia è costretta a riviverla, vi meravigliate di calamendrei che ha “predetto” la situazione scolastica attuale, quando c’è macchiavelli che nel 1500 scrive tutti i trucchetti che usa Mr B.

31 10 2012
Vernon

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