Non abbiamo proposto di abolire il finanziamento regionale alle scuole private, ma soltanto di abrogare gli odiosi privilegi concessi agli istituti privati. Si sarebbero risparmiati, così, circa 30 milioni di euro, da utilizzare in quelle scuole pubbliche dove ormai molti genitori si devono autotassare per poter comprare finanche la carta.
Ma niente da fare, la maggioranza Formigoni-Lega non ha fatto una piega e ha respinto il nostro ordine del giorno, firmato da tutta l’opposizione. Eppure, non abbiamo chiesto altro che introdurre, anche per i contributi agli studenti delle scuole private, gli stessi criteri validi per quelli delle scuole pubbliche – nonché per tutto il resto dei contributi regionali.
Infatti, c’è una vistosa anomalia nel regno di Formigoni. Il “riccometro”, cioè il certificato Isee, normalmente utilizzato per accertare se un cittadino ha diritto a un sostegno pubblico o meno, non è richiesto per le scuole private. Risultato? La maggior parte dei 50 milioni di euro erogati ogni anno alla scuola privata, finisce in tasca a chi non ne avrebbe nemmeno bisogno.
Addirittura, ben 8.713 beneficiari del sussidio regionale chiamato “buono scuola” dichiarano al fisco un reddito annuo tra 85mila e 198mila euro! Altri risultano residenti nelle zone più prestigiose e costose delle nostre città, come Galleria Vittorio Emanuele o via Manzoni, a Milano.
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